Dopo la morte dei figli al posto di blocco di Qalandiya, Saleh Abu Ismail sfida le autorità israeliane a diffondere le immagini dell’accaduto. Nega che i figli avessero l’intenzione di compiere un attacco contro la polizia. Anche Haaretz chiede la pubblicazione del video girato dalle telecamere di sorveglianza

foto da twitter

Questa foto è stata presa da twitter (quella sulla home page è di Maannews)

 – Il Manifesto

Gerusalemme, 3 maggio 2016, Nena News – Maram Abu Ismail ha davvero lanciato un coltello verso gli agenti della polizia israeliana al posto di blocco di Qalandiya prima di essere uccisa dalle raffiche sparate da guardie private?  Di fronte a questo interrogativo, ancora senza risposta, Saleh Abu Ismail, padre di Maram, 23 anni, incinta e madre di due bimbe, e di Ibrahim, 16, l’altro figlio ucciso il 27 aprile a Qalandiya, ha preso l’iniziativa lanciando una sfida aperta alle autorità israeliane. «Devono diffondere subito il filmato dell’accaduto (girato dalle telecamere di sorveglianza)» ripete l’uomo che definisce una «messinscena» il ritrovamento di coltelli da parte della polizia. «I miei figli sono stati uccisi senza motivo», insiste Abu Ismail che dalla sua parte ora ha anche Haaretz.

The Palestinian Information Center, 28-04-2016

OCCUPIED JERUSALEM -- 80% of Palestinians in Occupied Jerusalem are struggling with poverty, with four out of five Palestinians living with a daily wage of less than two U.S. dollars, a rights group reported Wednesday.

Ma'an News Agency, April 27, 2016

 

Witnesses told Ma’an that 23-year-old Maram Salih Hassan Abu Ismail, five months pregnant, and her 16-year-old brother Ibrahim were en route to Jerusalem when they took a path intended for vehicles, not pedestrians, into Qalandiya checkpoint near Ramallah. The two were apparently unable to understand Israeli officers yelling in Hebrew, and stopped walking.

Zeitun

Una veduta complessiva della Città Vecchia di Gerusalemme il 14 aprile 2014. (AFP/Thomas Coex, File)Una veduta complessiva della Città Vecchia di Gerusalemme il 14 aprile 2014. (AFP/Thomas Coex, File)

13 aprile 2016 -* Al-Shabaka e Ma’an News

Israele è esperto nel creare nuovi rifugiati e sfollati interni palestinesi, approfittando di ogni opportunità per farlo e sfruttando crisi momentanee per promuovere misure permanenti.

Haaretz, Dec. 27, 2015

 

Khawla and Hassan, from the Khan Al Ahmar encampment, say that even if they were willing to abandon their families, culture, way of life and livelihood and live on their own, they don’t have the money to rent or buy an apartment in the Palestinian towns. Nor do most Bedouins their age. For them, the natural solution is to live beside their parents’ and siblings’ hut or tent, as their tribe has done for decades.