20 aprile 2017

Per noi, le ragioni di celebrare il 25 Aprile di Liberazione sono le stesse di quelle che abbiamo dichiarate due anni orsono, e che riporto qui in allegato: siamo contro allo sfilare con chi celebra la Liberazione della bandiera dello Stato di Israele, simbolo di oppressione e non di liberazione: oppressione razzista contro il Popolo palestinese che lo Stato di Israele, come riconosciuto da ormai numerosissime dichiarazioni delle Nazioni Unite e di persone amanti di Giustizia, Libertà e Pace, esercita ogni giorno piu gravemente. Mentre onoriamo e ricordiamo con commozione tutti coloro, di ogni nazione ed anche senza appartenere ad alcuna delle Nazioni riconosciute, si sono impegnati in mille modi, fino al sacrificio della vita, per conquistare la libertà di tutti.

aprile 2017

Caro Cenati,

ti ricordiamo che l'ANPI, di cui sei Presidente Provinciale a Milano, non è una associazione Israeliana, ma della Resistenza italiana.

 La bottega del Barbieri, 24 ottobre 2016

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[...] la struttura comunitaria di Haogen è stata progressivamente smantellata a partire dagli anni ’80 con i governi del Likud, ma nemmeno quelli del Labour hanno più investito in questa direzione.

Giorgio Forti, membro della Rete Ebrei Contro L'Occupazione e dell'ANPI partecipa alla lotta non violenta del BDS ed alla manifestazione del 25 Aprile, festa della Liberazione d'Italia nel 1945, ed impegno per la Liberazione del Popolo Palestinese dall'oppressione da parte dello Stato di Israele, razzista e contro la libertà dei popoli.

tra le 350 organizzazioni europee ( sindacati, chiese, partiti politici, ONG, organizzazioni per i diritti umani) ad aver  chiesto all'Europa di difendere il diritto ad esprimersi ed  agire secondo le loro idee i proponenti del progetto BDS proposto ed iniziato dai palestinesi nel 2005,come forma di lotta non violenta contro le infamie ed i soprusi commessi contro i Palestinesi dagli Israeliani nei Territori Palestinesi Occupati, a Gaza ed in Israele stesso. Finalmente, Federica Mogherini, Alta Rappresentante della Commissione Europea per gli Affari Esteri, si pronuncia chiaramente a favore di questo diritto.